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Intervista ad Antonio Bifulco

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Antonio Bifulco, nato il 16 Ottobre 1984 in Avellino, attualmente vive e lavora in Marigliano (NA). Diplomato presso il Liceo Classico di Nola e laureato in pittura presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007 esordisce professionalmente come chinatore e colorista e, successivamente, come matitista, illustratore e character designer. Tra le numerose collaborazioni nell’ambito del fumetto, illustrazione e videogames figurano: Graphic Illusion Studios, Image, DC, Ka-Blam, Dark Phoenix Studios, ECV Press, Universal Studios e molti altri.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

È stato molto stimolante, dal punto di vista artistico, lavorare su Nero Napoletano. Fin dal momento in cui Mario Punzo mi ha proposto di far parte dello staff artistico del progetto mi sono sentito molto attratto dall’idea di mettere le mani (anche se sarebbe più appropriato dire ” le matite”) su un’opera di una tipologia molto diversa da quelle a cui sono abituato, vuoi per tematiche, vuoi per stile. Sono sempre stato molto attratto dalla possibilità di cimentarmi in cose nuove e dalla necessità di mettere alla prova la mia versatilità. La prima cosa è stata leggere il plot dell’intera opera cercando di inquadrare al meglio l’atmosfera, dal punto di vista puramente grafico, che meglio si sarebbe sposata al tono della trama e dei dialoghi. L’idea di condividere le tavole, i lay-out e gli schizzi di tutti gli artisti coinvolti sul sito del progetto è stata utilissima, permettendo, per quanto riguarda me almeno, di mantenermi in linea con gli altri e prendere al meglio le misure in corso d’opera. È doveroso per me citare l’aiuto apportato da Ernesto Pugliese, prodigo di consigli e severo (nella migliore delle accezioni) supervisore.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Una scommessa con un altissimo potenziale. Proporre una graphic novel scritta e disegnata da un così alto numero di autori ed artisti, cercando, al contempo, di mantenere uno stile ed una leggibilità unitaria non è un’impresa facile. Trattare una tematica così delicata, considerata da molti un argomento tabù per il panorama artistico, riuscendo a trarne un prodotto sia con un forte grado di intrattenimento (come è giusto debba essere la letteratura disegnata), sia con le radici ben piantate nella realtà dei giorni nostri è qualcosa su cui pochi avrebbero scommesso. In più, come è ben noto, proporre un prodotto nuovo e “diverso” dal solito sul mercato italiano è sempre, in ogni caso, un azzardo il cui esito è molto difficile da pronosticare.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Attualmente sono impegnato, artisticamente, su vari fronti, tutti che mi portano oltre oceano: sto realizzando una graphic novel (come character designer e matitista) con uno sceneggiatore cinematografico, un lavoro molto lungo per i miei standard, non avendo mai lavorato ad volume singolo di così tante pagine. Sono matitista e chinatore per una serie ideata da uno sceneggiatore di casa DC, una collaborazione che dura, ormai, da più di un anno che mi sta dando non poche soddisfazioni. Sono a metà corso nella realizzazione di una storia a strisce settimanali per un web-comic. Sono presente nello staff artistico di una compagnia di on-line games come concept artist ed, infine, unica nota riguardante il mercato italiano, sto collaborando con un autore di romanzi storico-fantascientifici nella realizzazione di copertine ed illustrazioni per una serie di romanzi e di una miniserie a fumetti che accompagnerà l’opera. A tutto questo si aggiungono sporadiche collaborazioni nell’ambito della pubblicità e di altri settori meno legati all’ambito del fumetto e dell’illustrazione.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Roberto De Angelis

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Roberto De Angelis nasce a Napoli, il 16 dicembre 1959, ma si trasferisce molto giovane a Salerno.. È qui che negli anni ’80, assieme agli amici Bruno Brindisi, Luigi Coppola e Luigi Siniscalchi da vita prima alla fanzine Trumoon e, in seguito, ad un vero e proprio studio grafico. Realizza storie per Tilt e Boy Comics e inizia una collaborazione con L’Intrepido, grazie alla quale conosce Ade Capone con il quale realizzerà Kor One. Dopo una lunga gavetta verrà notato da Antonio Serra che lo vorrà sull’allora nascente collana Nathan Never.
Da quel momento (escludendo saltuarie apparizioni su altre collane della casa editrice come Tex, Dylan Dog e Caravan) il suo nome si lega al mondo fantascientifico della nuova testata Bonelli. Dal numero 60 della serie subentra in veste di copertinista a Claudio Castellini, contribuendo a modificare l’aspetto grafico globale della serie. Se infatti i primi numeri sono caratterizzati da una rappresentazione di un futuro ancora molto influenzato dalla tradizione supereroistica e ai manga giapponesi, dopo l’abbandono di Castellini, la seria si sposta gradualmente verso una rappresentazione più realistica e cupa del mondo in cui opera il protagonista.
Recentemente ha pubblicato due albi in Francia per le edizioni Albin Michel su testo di Christian Vilà e una serie di illustrazioni a carattere esoterico per lo Scarabeo.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Con lo spirito che anima tutte le reunion. Buona parte delle persone coinvolte in questo progetto sono amici di lunga data che, per motivi di tempo e distanza geografica, frequento molto meno di quanto vorrei.
Neronapoletano nasce anche dalla volontà di censire i professionisti che operano in Campania (o che in questa regione si sono formati) e di offrire loro la possibilità di confrontarsi nell’ ambito di un progetto corale.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Coraggiosa. Dietro Neronapoletano c’ è un gigantesco sforzo organizzativo; immagino che coordinare le tante persone coinvolte sia stato veramente complicato. Passando a
considerazioni di carattere artistico credo che Neronapoletano abbia il merito di affrontare temi e situazioni che, per la loro natura fortemente drammatica e adulta, raramente trovano spazio nel fumetto.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Neronapoletano è stato un breve intermezzo. Il rapporto continuativo che mi lega alla Bonelli non lascia molto tempo per altre cose ma con Mario non si sà mai…

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon

Roberto Roberto De Angelis nasce a Napoli, il 16 dicembre 1959, ma si trasferisce molto giovane a Salerno.. È qui che negli anni ’80, assieme agli amici Bruno Brindisi, Luigi Coppola e Luigi Siniscalchi da vita prima alla fanzine Trumoon e, in seguito, ad un vero e proprio studio grafico.
Realizza storie per
Tilt e Boy Comics ed inizia una collaborazione con L’Intrepido, grazie alla quale conosce Ade Capone con il quale realizzerà Kor One. Dopo una lunga gavetta
verrà notato da
Antonio Serra che lo vorrà sull’allora nascente collana Nathan Never.
Da quel momento (escludendo saltuarie apparizioni su altre collane della casa editrice come Tex, Dylan Dog e Caravan) il suo nome si lega al mondo fantascientifico della nuova testata
Bonelli. Dal numero 60 della serie subentra in veste di copertinista a Claudio Castellini, contribuendo a modificare l’aspetto grafico globale della serie.
Se infatti i primi numeri sono caratterizzati da una rappresentazione di un futuro ancora molto influenzato dalla tradizione supereroistica e ai manga giapponesi, dopo l’abbandono di Castellini, la seria si sposta gradualmente verso una rappresentazione più realistica e cupa del mondo in cui opera il protagonista.

Recentemente ha pubblicato due albi in Francia per le edizioni Albin Michel su testo di Christian Vilà e una serie di illustrazioni a carattere esoterico per “lo Scarabeo”

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Intervista a Enzo Troiano

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Enzo Troiano, artista precocissimo (a soli sei anni vince un premio per il concorso televisivo dedicato alla sceneggiato TV Pinocchio) che comincia l’attività di fumettista nel 1988 sulle pagine del supplemento del Mattino Sport Sud. Nel 1992 il contattato con Ade Capone e Roberto De Angelis per la serie a fumetti: Lazarus Ledd. L’anno successivo entra a far parte della Micro Art di Napoli, per cui realizza tutte le copertine e alcune tavole della serie Engaso 0.220. Nel 1998 la rivista americana Heavy Metal pubblica il suo Land of Azor e da allora si avvia una ricchissima carriera: Berlino 1999 (Eidos, 2000. Testi di Riccardo Bruno), vari libri per l’Editore Isola dei Ragazzi, per il Giffoni Film Festival, l’inglese Beehive Illustrations e per DiMauro, Shinedome con l’editore francese Pointe Noire e La Profezia d’Arcadueò per Albatros, con cui, dopo quel primo volume, ha avuto inizio una proficua collaborazione (altri tre libri illustrati in collaborazione con il fratello Gianmaria: Alberi, Taoma e Da grande voglio fare il viaggiatore e i romanzi grafici Korea 2145, Lufer, ed Eracle 91). Nel settembre del 2005 vince il premio Carlo Boscarato per la rivelazione italiana dell’anno a Fumetti in TV a cui segue, l’anno successivo, una nomination al premio Gran Guinigi di Lucca come miglior libro a fumetti per Lufer. Doppia nomination anche per Eracle 91. Nel 2008 riceve ad Acaia il premio Comic Cult alla Carriera e nel 2009 pubblica per Nicola Pesce Editore sulla rivista Monstars e ristampa Shinedome su Cosplay (AAronworks), infine, di recente, per Bottero edizioni è uscito il primo Tomo di Harcadya.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Magnificamente. Intanto è stato un modo per confrontarsi con tanti miei colleghi della mia regione e il confronto, quando è onesto e sano, è solo un arricchimento  per un autore di fumetti. Poi è stata anche l’occasione per rivedere tanti amici e colleghi che stimo tantissimo e che non vedevo da diverso tempo. Infine come esperienza professionale, ritornare a lavorare in bianco e nero è stato, almeno per me,  veramente educativo e stimolante. Complimenti a Mario Punzo, Sergio Brancato e ai vari promotori dell’iniziativa.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Importante e originale. Tutti i disegnatori e sceneggiatori, spesso un po’ troppo presi da se stessi e chiusi ormai nella loro gabbia professionale, qui si sono messi in gioco e hanno dimostrato umiltà, disponibilità ed entusiasmo. Doti che oltre a ringiovanire, stimolano un autore a mettersi sempre in discussione e questo è molto importante.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Aldilà del seguito di Harcadya, che credo uscirà almeno fra un anno se non di più, in quanto  problemi personali  mi porteranno ad allungare i tempi, c’è in progetto tanto. Subito la collaborazione con la rivista IComics del duo vulcanico Caterini e Dal Prà. Poi varie uscite con Nicola Pesce sulla rivista CosPlay; la ristampa di Korea 2145 con la Innovate Comics; Engaso 0220, la ristampa con Cagliostro E-press, e chissà magari un’altra bella iniziativa sempre di Mario Punzo e soci…

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Luca Russo

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Luca Russo, nato a Roma nel 1974. Nel 1994 riceve l’attestato di qualifica professionale di “Fumetto” presso la Scuola Internazionale di Comics di Roma. Dopo un tirocinio nei cartoni animati presso la Cartoon School, si cimenta nella produzione umoristica (3D6 e Play Press edizioni). Fonda l’Explosiveink studio, realizzando progetti per la Francia in collaborazione con lo Studio Leonetti e con l’agenzia Ex Libris. Nel 2003  inizia a pubblicare a suo nome per l’Eura editoriale (su John Doe, Lanciostory e Skorpio). Nell’aprile 2007 comincia la collaborazione con la casa editrice Tunué – editori dell’immaginario: pubblica il suo primo graphic novel (in)certe stanze scritto da C. Silvi e P.Napolitano; a novembre 2008 esce Guardami più forte (Silvi-Russo); disegna per la rivista Mono. Recentemente sono stati pubblicati I tarocchi degli angeli oscuri (edizioni Lo Scarabeo) ed ha illustrato il romanzo Prima che il diavolo se ne accorga (edizioni Cooper – scritto da Jacopo C. Buranelli). Ha tenuto corsi di fumetto e illustrazione per il Comune di Roma e presso la Scuola di Fumetto e Multimedia e l’Explosiveink studio. Da 5 anni  insegna  Fumetto e Illustrazione c/o la “Scuola Italiana di Comix” (Napoli).

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Divido la mia attività di fumettista ed illustratore con l’insegnamento presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli. Ho avuto quindi la possibilità di vedere nascere il progetto NERO NAPOLETANO tra una chiacchierata e l’altra con il direttore Mario Punzo, coordinatore del progetto. Quando mi fu chiesto se volevo partecipare a quest’avventura risposi immediatamente di sì. Mi intrigava molto l’idea di partecipare ad un unico grande volume dove ogni disegnatore, più di 50, avrebbe illustrato due tavole a testa, e in più in assoluta libertà stilistica. Anche il soggetto della storia, un po’ noir, un po’ neorealista, tra realtà e leggenda, non mi lasciò dubbi sulla qualità del progetto. L’unico mio dubbio fu sulle difficoltà, da parte di soggettisti e sceneggiatori, su come si sarebbe tenuta insieme una così ampia cerchia di autori. in altre parole. Insomma, sulla difficoltà oggettiva di rendere omogeneo un volume “creato” da così tante teste… e invece tutto è andato a buon fine: la storia scorre fluida, le interpretazioni dei vari disegnatori rendono gustosa la lettura. Mi sono divertito sia a realizzare le mie due tavole che a leggere il volume nelle vesti di appassionato di fumetti.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Oltre al prodotto in sé, un romanzo a fumetti o graphic novel, Nero Napoletano nasce anche come un esperimento, per indagare il reale interesse del pubblico nei confronti di un’operazione come questa. In tal senso, l’edicola è un fantastico banco di prova, perché dà enorme visibilità al prodotto. Inoltre, il fatto che il fumetto sia allegato ad un giornale che lo pubblicizza e ne approfondisce i contenuti con iniziative come le interviste agli autori fa sì che l’operazione sia più articolata e possa essere meglio compresa dai lettori.
Dalle prime battute, credo ci sia stata da parte di tutti i partecipanti la volontà e l’aspirazione di continuare dopo Nero Napoletano; non intendo un Nero Napoletano 2, ma continuare con nuove idee sfruttando lo stesso veicolo di comunicazione.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Nero è stato una piacevolissima parentesi di lavoro “di guppo” tra una tavola e l’altra dei miei attuali progetti come autore. In questo momento sul mio tavolo da disegno ci sono le prime tavole di quello che sarà il mio primo graphic novel come “autore completo”: un romanzo scritto e disegnato interamente da me. Una bella impresa che mi terrà impegnato per almeno un anno.
In uscita per il mercato francese un volume di cui non posso ancora nominare tiolo e casa editrice per ragioni di lancio pubblicitario, scritto da Saimbert e disegnato in coppia con l’amico e collega Massimiliano Notaro. Una nota particolare per questo lavoro sta nello stile grafico. Il segno è molto relistico, dettagliatissimo. Il mio lavoro oramai da diversi anni si divide tra segno realistico e un segno più personale. Realistico per case editrici come l’Aurea – ex Eura editoriale – o Lo Scarabeo, d’autore per case editrici italiane come Tunué. Con quest’ultima ho avuto la possibilità di sperimentare moltissimo con i due graphic novel (in)certe stanze Guardami più forte.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Steve Boraley

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Steve Boraley, nato a Lausanne (Svizzera) il 29 settembre 1975, si trasferisce a Napoli nel 1984. Dopo aver frequentato l’istituto d’arte “U. Boccioni”, si iscrive nel 1998 alla Comix di Napoli. Nel 2000 mediante Mario Punzo, entra in contatto con Giancarlo Berardi, col quale inizierà un periodo di prova che lo porterà ad esordire nel 2001 sulla serie della Bonelli Julia (di cui ha disegnato ben 8 numeri). Attualmente è docente di fumetto 1 alla Comix di Napoli, ha all’attivo i seguenti albi:

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Per me, quest’ esperienza è stata molto positiva. La prima volta che ho lavorato su tavole che non fossero per Julia, e la cosa all’inizio mi ha disorientato un pò. L’idea però di rappresentare la realtà che mi circonda, che vivo tutti i giorni, è stata di sicuro l’aspetto più interessante di questo lavoro. Disegnare storie ambientate in Italia è uno sfizio che mi ronzava in testa da tempo e con Nero Napoletano ho avuto l’occasione di “sfogarmi”! Quanto mi sono divertito a disegnare una Fiat ed una volante della Polizia!

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Sicuramente interessante. L’idea di raccogliere tanti disegnatori così diversi tra loro in un unico progetto non mi dispiaceva affatto.  Potevano esserci problemi di continuità nella caratterizzazione dei personaggi, dati i vari stili coi quali sarebbero stati interpretati ma, a lavoro finito, direi che il risultato è più che buono.
E poi, Nero Napoletano si può considerare una vera e propria vetrina per questa “scena Campana” che da ora esiste “ufficialmente”.
Tanti artisti e tanta creatività di un certo livello.
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CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Dopo Nero Napoletano si torna a Julia. Tempi stretti e tanto tavole da fare! Poi un giorno magari, lo sfizio di provare a disegnare supereroi. Un”sfizio” che mi portò dietro da quando avevo tre anni…

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Luca Maresca

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Luca Maresca, nato e cresciuto a Salerno, classe 1983. Ha capito di essere capitato nel posto giusto in tenera età, circondato da un nonno pittore, un padre pittore e una mamma pittrice, il tutto condito da una grande passione per musica. Si diploma così in Grafica e Fotografia Pubblicitaria col massimo dei voti. Inizia a lavorare come illustratore per libri e per alcuni inserti de Il Mattino. Frequenta la facoltà di Beni Culturali per poi passare a pittura nell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Qui frequenta anche la Scuola di Fumetto e, terminato il secondo anno, realizza il suo primo lavoro professionale: Inside N° 2 edito da Cut-Up. In seguito appare su diverse testate (Cagliostro E-press, Absoluteblack) con brevi storie, illustrazioni, cover e tributi fino a quando nel 2008 entra a far parte della scuderia dell’Eura e realizza il numero 69 di John Doe ed appare su Skorpio con un episodio di Trapassati Inc. Nel 2008 l’organizzazione della fiera del fumetto di Lecce gli consegna il premio di migliore disegnatore emergente. Nel 2009 tiene un corso di fumetto presso l’università degli studi di Salerno, e insegna presso la scuola di fumetto a Battipaglia (Sa) gestita dalla Nicola Pesce Editore. Al Napoli comicon 2010 ha presentato il suo ultimo lavoro Dibbuk scritto da Andrea Cavaletto (Dylan Dog) per Edizioni BD.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Personalmente NeroNapoletano è stata un’esperienza molto stimolante, trovarsi coinvolto in un operazione del genere con tanti disegnatori che ho ammirato durante la mia “gavetta” e che direttamente e indirettamente sono stati miei maestri l’ho trovato molto gratificante!

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Credo che Nero Napoletano sia stato un progetto pima di tutto molto coraggioso, e forse è questo che manca in giro e nel campo generico dell’editoria, il coraggio di mettere su carta, di organizzare e di portare a termine delle idee fuori dalla normale concezione degli standard italiani, quindi che sia stata un’ottima iniziativa non ci sono dubbi, la gente spero abbia risposto bene e si sia incuriosita, e sinceramente spero che NN sia la prima di tante altre iniziative del genere.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Contemporaneamente all’uscita di NN sta venendo distribuito nelle fumetterie il mio ultimo lavoro: Dibbuk, scritto da Andrea Cavaletto (Dylan Dog), è un horror splatter ambientato a los angeles e Dibbuk è un demone della cultura ebraica evocato per una ragione ben precisa… ma il resto non ve lo dico… altrimenti che gusto c’è!
I prossimi lavori che mi aspettano sono diversi, posso solo dire che ritornerò presto su John Doe, e poi chissà….
Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Davide Tinto

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Davide Tinto, nasce a Napoli il 23 agosto 1983 e vive a Sant’arpino. Diplomatosi presso il Liceo Artistico Cardito, si specializza in Fumetto presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli, allievo di Vincenzo Cucca,  Fabrizio Fiorentino, e Lorenzo Ruggiero, Italo Mattone e Pako Massimo. Nel 2005 e nel 2006 partecipa alla “24 ore di Comix” e viene selezionato da Red Whale per sviluppare un tutoring di fumetto  tutt’oggi in corso. Selezionato in vari concorsi come il Lucca Project Contest, ha collaborato e realizzato prove per Cronache di Topolinia, Star Comics, Play Press e Studio Alcuni.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Beh, innanzitutto come esperienza è una cosa bella,  soprattutto per il fatto che è stata la mia prima pubblicazione fumettistica. In secondo luogo è interessante trattare un tema decisamente “serio” come l’attuale situazione di una Napoli sempre in subbuglio per mezzo della camorra. In questo modo, sempre tramite il fumetto – e quindi una sceneggiatura “inventata”, ma che racconta la realtà della città – la gente ha avuto modo di conoscere in un certo senso l’underground di Napoli con un esempio molto forte e chiaro.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Credo sia un’idea originale, oltre che buona, raccontare le disavventure della propria regione su delle pagine di fumetto.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Siccome non sono ancora coinvolto in nessun progetto, non so cosa mi aspetta. So solo che continuerò a lavorare nei fumetti perché questa è la strada che ho scelto ed è una cosa che amo assolutamente.

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Intervista a Lucilla Stellato

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Lucilla Stellato, nata a Salerno nel 1980, si è diplomata al Liceo classico nel 1998 e laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2003, dopo aver partecipato a varie mostre di pittura e incisione e a manifestazioni in ambito nazionale. Successivamente ha conseguito gli attestati per la frequenza ai corsi di fumetto presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli.
Disegnatrice di fumetti, ha pubblicato con le seguenti case editrici: Eura Editoriale (Unità Speciale 5 e 10), Edizioni Star Comics (Jonathan Steele Extra 3, Agenzia Incantesimi 5) ed Edizioni Arcadia (L’Insonne 1 e 3, Arcadia Presenta 1 e 2).
Negli ultimi due anni ha insegnato tecniche di incisione presso l’Istituto Superiore Alfano I di Salerno e di recente ha collaborato alla pre-produzione del film Il profumo dei gerani realizzando gli storyboard del soggetto.
Periodicamente realizza illustrazioni nel settore della scolastica per conto della casa editrice Helbling Languages.
Vive e lavora a Salerno.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Devo dire che si è trattata di un’eseperienza molto coinvolgente e interessante. Mario mi parlò già un annetto fa di questo progetto e accolsi con entusiasmo la sua idea perché mi sembrò subito originale e ardita allo stesso tempo. Inoltre sono stata fiera di aver partecipato alla realizzazione di un albo insieme ai nomi più importanti del fumetto in Campania, disegnatori riconosciuti e apprezzati a livello nazionale (e anche internazionale). Per me, quindi, è stato davvero un grande onore nonché l’occasione di poter conoscere meglio alcuni di loro.
Lavoro in maniera abbastanza assidua in questo campo da 3-4 anni e mi considero ancora un’esordiente con parecchio lavoro da fare per poter raggiungere certi livelli. Ho affrontato le due tavole assegnatemi con molto impegno e tanta voglia di ottenere un buon risultato. Ho iniziato ricercando quanto più materiale fotografico possibile, mi sono anche recata sul posto per scattare delle foto (il mio episodio è ambientato nel cimitero di Poggioreale) per poi concentrarmi sulla resa fedele degli ambienti nel disegno, con particolare attenzione alle inquadrature e ai particolari.
L’albo di NeroNapoletano è, per sua natura, una sorta di catalogo che conferma il talento degli artisti già affermati e presenta i disegnatori più giovani, le nuove leve. Ho pensato, quindi, di sfruttare questo aspetto per potermi dare visibilità. Il mio lavoro è stato apprezzato, quindi posso ritenermi soddisfatta per essere riuscita nell’intento!

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Come ho già riportato nella risposta alla prima domanda si è trattato di un esperimento a mio avviso davvero interessante e impegnativo per tutti, a cominciare da Mario che ha dovuto coordinare l’intera operazione, passando per il lavoro degli sceneggiatori che hanno diviso una storia di 100 pagine in 50 mini episodi, 50 “puntate” a sè stanti ma, allo stesso tempo, facenti parte di un unico insieme, per finire con il compito dei disegnatori che hanno visualizzato e realizzato, ognuno secondo il proprio stile e la propria maturità, le scene e le sequenze suggerite dalle sceneggiature.
Si tratta quindi di un prodotto che evidenzia come l’interesse e la passione per la “nona arte” siano più vivi e spiccati che mai (considerando anche il fatto che, nel caso di NeroNapoletano, non si è lavorato dietro compenso), in Campania così come nel resto della Nazione; è importante che i riflettori vengano puntati, attraverso iniziative come questa, su quella che è la realtà del fumetto in Italia e magari anche su cosa significhi svolgere questa professione, sia che la si porti avanti in maniera più tradizionale o attraverso le sperimentazioni che le nuove tecnologie possono permettere.
È importante mostrare cosa si può fare o cosa si può ancora dire attraverso il media fumetto, attraverso questa forma d’arte che spesso viene ritenuta, a torto, un’attività banale o solo commerciale. Sicuramente le risorse di questo mezzo d’espressione e comunicazione sono infinite e sarebbe il caso che il lavoro che c’è dietro la realizzazione di un fumetto (che ai non appassionati è davvero sconosciuto) cominci ad essere, prima o poi, davvero considerato e valorizzato. Speriamo!

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolta?

Al momento sono in attesa che decolli il progetto di una nuova miniserie del cui staff faccio parte, nel frattempo sto realizzando delle prove per alcune case editrici. È importante tenersi in attività anche nei periodi (forzati) di pausa lavorativa e diffondere il più possibile il proprio lavoro. Insomma, mi sto dando da fare, si continua a seminare e poi si raccoglierà!

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Salvatore Luca D'Ascia racconta il suo Nero Napoletano

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Lo scrittore e sceneggiatore Salvatore Luca D’Ascia racconta la sua esperienza su Nero Napoletano:

prima di tutto c’è da dire che scrivere su Napoli è sempre molto difficile e Nero Napoletano non solo non è sfuggito a questa regola, ma ha accumulato altre complesse problematiche, sin dal concepimento. Il progetto era ambizioso, il tempo pochissimo, la coordinazione tra tutti quasi impossibile. Non eravamo certi se sarebbe stato realizzato un volume unico, o puntate differenti. Non eravamo certi sulle adesioni, non eravamo neppure riusciti a riunire in un unica stanza tutto il team narrativo. Sapevamo di certo che ci sarebbe stato un forte editing, necessario ad amalgamare tre gruppi di lavoro: i disegnatori tra di loro, gli sceneggiatori tra di loro e gli sceneggiatori con i disegnatori e questo potrebbe sembrare semplice ma è invece molto complesso perchè le battaglie si vincono prima di essere combattute. E il team narrativo aveva la respnsabilità di prevenire gli intoppi prima che avvenissero. Se fossimo andati al disegno con le idee poco chiare, se avessimo iniziato a sceneggiare senza un timing del soggetto veramente preciso, saremmo crollati. Non oso immagginare se avessimo addirittura dato spazio ai disegnatori, con una sceneggiatura “stile marvel” in cui si indicano solo per sommi capi avvenimenti da tavola a tavola: sarebbe stato un disastro.
Era indispensabile una grande professionalità con una sceneggiatura di acciaio che doveva essere densa: racchiudere molto senso in poco spazio e rendere facile il lavoro del disegnatore che no avrebbe avuto possibilità di verificare il lavoro precedente al suo perchè veniva realizzato nello stesso momento (tutti i disegnatori lavoravano in contemporanea). e ancora: storie aderenti alla trama, ma indipendenti da essa, con dignità propria ogni due tavole. Storie dure e nere, ma non troppo perché andavano su un quotidiano ed erano rivolte a “tutto il pubblico”. Potevamo mettere sesso? E parolacce? E dialetto? Personaggi ricorrenti o sempre di nuovi? avvenimenti storici veri, da citare, o tutto inventato? Era una vera sfida e quindi mi piaceva.
Ma andiamo ancora più a fondo, parlimo dell’idea, di come è nata, del perchè sono stati scelti questi temi. In fondo, sceneggiare è facile se l’idea tiene. La sceneggiatura è un impegno tecnico e il team narrattivo era compostio da tutti professionisti. Quello che è difficile è però interpretare il soggetto e ancor prima crearlo o ricrearlo: dare la propria linea, mantenere il proprio stile, le proprie indelebili e riconoscibili sfumature. Volare alto. Parliamo quindi di questo: bisognava non essere ripetitivi, essere originali, mantenere tratti caratterizzanti riconoscibili, riproducibili, ma al tempo stesso distanziarsi dal “post gomorra”. Ci si confrontava con un immaginifico variegato che si infiltra in ogni categoria della narrazzione e dell’audiovisivo. Teatro, cinema, romanzi, fumetti, folclore popolare, analisi sociologica, giornalismo, c’è di tutto su napol e tutto mischiato. E allora cosa fare, come fare? Come spesso accade un idea ha bisogno di tempo per maturare e così si susseguivano lunghissime chiacchierate tra me e Sergio, su ogni cosa, anche la più insignificante. Dare spazio a un personaggio, inserire un evento. Discutevamo della trama, ma ancora più profondamente dei nuclei narrativi, della serialità, della narrazione per immagini. E grazie al maestro Brancato il successo è avvenuto mediante l’aderenza ad alcune semplici regole della narrazione: semplici quando efficaci e definitive. Dei dogmi. Sergiò è fermamente convinto che quando il mito è presente in una narrazione, l’idea non può fallire e questa sua convinzione ci ha fatto vincere. Ma non solo. Il secondo dogma dice di toccare i grandi temi: l’amore, la morte, la famiglia, ecc. e anche questo è stato fatto ed è stata la carta vincente. E quindi Nero Napoletano nasceva come la trasposizione di Medea e le singole storie diventavano punti di vista sui grandi temi: semplicemente geniale. ma quale è stato il mio ruolo maggiore? Cosa hanno le mie sceneggiature di diverso? Su quali parti della narrazione ho interagito, quali idee ho condizionato? Ebbene io ho fatto quello che so fare meglio: essere la voce dell’invisibile. Il cantore dei perdenti. La puttana che ama il commissario, il demente che vive con i cani, la cartomante bambina, che muore nel silenzio di una profezia. Io sono la voce di quelli che non vedi e nella Napoli Nera sono tanti.
E tutti miei.

Salvatore Luca D’Ascia, napoletano, ha trent’anni. Laureato in medicina e chirurgia, poi specializzato in cardiologia, si occupa tra Napoli, Milano e New York di nuove teconologie applicate allo studio del cuore. Si è formato in scrittura creativa, sceneggiatura, fumetto e giornalismo dal 1990 a oggi e ha esordito con Il libro di Nessuno (Croce Editore), poi ha partecipato all’antologia Partenope Pandemonium (Larcher Editore) e alla raccolta Questi fantasmi (Boopen Led Edizioni). Entrambe le antologie sono in ristampa presso altro editore e di Questi fantasmi è stata realizzata una versione a fumetti e un adattamento teatrale.

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Intervista a Luigi Siniscalchi

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Luigi SiniscalchiLuigi Siniscalchi nasce a Salerno il 24 gennaio del 1971. Conseguito il diploma al Liceo Artistico della città natale, esegue storie erotiche per la EPP e inchiostra alcune tavole dei Masters Of The Universe . Nel 1989 collabora a Splatter e Mostri, le due testate horror della Acme. Nel 1992 pubblica una storia su Comic Art (Finnegan) e disegna alcune storie su testi di Peppe De Nardo per l’lntrepido. Debutta alla Sergio Bonelli Editore appena ventenne con un episodio di Dylan Dog: “I killers venuti dal buio”, pubblicato nel marzo del 1993. Fa parte dello staff dei disegnatori di Martin Mystère e Zona X. Suoi i disegni della storia Il ritorno dei Titani, che appare sull’Almanacco del Mistero 1994. Successivamente illustra episodi di Nick Raider, Julia, Demian e Magico Vento. Nel 2007 Edizioni Arcadia pubblica 4 volti della paura, una raccolta di storie inedite disegnate tra l’ 88 e il 2003 su testi di Pennacchioli e Teodorani. Attualmente lavora per la neonata miniserie Cassidy, scritta da Pasquale Ruju.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Lo ammetto, quando Mario mi chiamò al telefono, per propormi il progetto di NN, ero un pò scettico (lo stesso Mario te lo può confermare); poi leggendo il soggetto di Sergio e le due tavole di sceneggiatura scritte egregiamente da Michele Assante Del Leccese, mi sono subito convinto. L’ idea di fare un lavoro con colleghi, di cui nutro una profonda stima ( Boraley, Bigliardo, Pugliese, Brindisi, De Angelis…) hanno contribuito sicuramente ad entusiasmarmi e a parteciparvi.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Da addetto ai lavori ed appassionato di fumetti, credo che queste iniziative siano sempre importanti e utili, per cui  non posso che esserne contento.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

In questo momento sto lavorando alla nuova mini serie della Casa Editrice Bonelli Cassidy, scritta da Pasquale Ruju, con cui ho già lavorato in passato su Demian. La storia di Cassidy si svolge negli anni ’70 e il protagonista è un rapinatore che, seguendo un suo personale codice d’onore, ci accompagnerà per 18 numeri. Non mancano i colpi di scena e, ovviamente, l’azione; due componenti fondamentali per il genere.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
Lo ammetto, quando Mario mi chiamò al telefono, per propormi il progetto di NN, ero un pò scettico( lo stesso Mario te lo può confermare); poi  leggendo il soggetto di Sergio e le due tavole di sceneggiatura scritte egregiamente da Michele Assante Del Leccese, mi sono subito convinto.
L’ idea di fare un lavoro con colleghi, di cui nutro una profonda stima ( Boraley, Bigliardo, Pugliese, Brindisi, De Angelis…) hanno contribuito sicuramente ad entusiasmarmi e a parteciparvi.
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