Archivi del mese: Maggio 2010

Intervista a Lucilla Stellato

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Lucilla Stellato, nata a Salerno nel 1980, si è diplomata al Liceo classico nel 1998 e laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2003, dopo aver partecipato a varie mostre di pittura e incisione e a manifestazioni in ambito nazionale. Successivamente ha conseguito gli attestati per la frequenza ai corsi di fumetto presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli.
Disegnatrice di fumetti, ha pubblicato con le seguenti case editrici: Eura Editoriale (Unità Speciale 5 e 10), Edizioni Star Comics (Jonathan Steele Extra 3, Agenzia Incantesimi 5) ed Edizioni Arcadia (L’Insonne 1 e 3, Arcadia Presenta 1 e 2).
Negli ultimi due anni ha insegnato tecniche di incisione presso l’Istituto Superiore Alfano I di Salerno e di recente ha collaborato alla pre-produzione del film Il profumo dei gerani realizzando gli storyboard del soggetto.
Periodicamente realizza illustrazioni nel settore della scolastica per conto della casa editrice Helbling Languages.
Vive e lavora a Salerno.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Devo dire che si è trattata di un’eseperienza molto coinvolgente e interessante. Mario mi parlò già un annetto fa di questo progetto e accolsi con entusiasmo la sua idea perché mi sembrò subito originale e ardita allo stesso tempo. Inoltre sono stata fiera di aver partecipato alla realizzazione di un albo insieme ai nomi più importanti del fumetto in Campania, disegnatori riconosciuti e apprezzati a livello nazionale (e anche internazionale). Per me, quindi, è stato davvero un grande onore nonché l’occasione di poter conoscere meglio alcuni di loro.
Lavoro in maniera abbastanza assidua in questo campo da 3-4 anni e mi considero ancora un’esordiente con parecchio lavoro da fare per poter raggiungere certi livelli. Ho affrontato le due tavole assegnatemi con molto impegno e tanta voglia di ottenere un buon risultato. Ho iniziato ricercando quanto più materiale fotografico possibile, mi sono anche recata sul posto per scattare delle foto (il mio episodio è ambientato nel cimitero di Poggioreale) per poi concentrarmi sulla resa fedele degli ambienti nel disegno, con particolare attenzione alle inquadrature e ai particolari.
L’albo di NeroNapoletano è, per sua natura, una sorta di catalogo che conferma il talento degli artisti già affermati e presenta i disegnatori più giovani, le nuove leve. Ho pensato, quindi, di sfruttare questo aspetto per potermi dare visibilità. Il mio lavoro è stato apprezzato, quindi posso ritenermi soddisfatta per essere riuscita nell’intento!

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Come ho già riportato nella risposta alla prima domanda si è trattato di un esperimento a mio avviso davvero interessante e impegnativo per tutti, a cominciare da Mario che ha dovuto coordinare l’intera operazione, passando per il lavoro degli sceneggiatori che hanno diviso una storia di 100 pagine in 50 mini episodi, 50 “puntate” a sè stanti ma, allo stesso tempo, facenti parte di un unico insieme, per finire con il compito dei disegnatori che hanno visualizzato e realizzato, ognuno secondo il proprio stile e la propria maturità, le scene e le sequenze suggerite dalle sceneggiature.
Si tratta quindi di un prodotto che evidenzia come l’interesse e la passione per la “nona arte” siano più vivi e spiccati che mai (considerando anche il fatto che, nel caso di NeroNapoletano, non si è lavorato dietro compenso), in Campania così come nel resto della Nazione; è importante che i riflettori vengano puntati, attraverso iniziative come questa, su quella che è la realtà del fumetto in Italia e magari anche su cosa significhi svolgere questa professione, sia che la si porti avanti in maniera più tradizionale o attraverso le sperimentazioni che le nuove tecnologie possono permettere.
È importante mostrare cosa si può fare o cosa si può ancora dire attraverso il media fumetto, attraverso questa forma d’arte che spesso viene ritenuta, a torto, un’attività banale o solo commerciale. Sicuramente le risorse di questo mezzo d’espressione e comunicazione sono infinite e sarebbe il caso che il lavoro che c’è dietro la realizzazione di un fumetto (che ai non appassionati è davvero sconosciuto) cominci ad essere, prima o poi, davvero considerato e valorizzato. Speriamo!

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolta?

Al momento sono in attesa che decolli il progetto di una nuova miniserie del cui staff faccio parte, nel frattempo sto realizzando delle prove per alcune case editrici. È importante tenersi in attività anche nei periodi (forzati) di pausa lavorativa e diffondere il più possibile il proprio lavoro. Insomma, mi sto dando da fare, si continua a seminare e poi si raccoglierà!

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Salvatore Luca D'Ascia racconta il suo Nero Napoletano

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Lo scrittore e sceneggiatore Salvatore Luca D’Ascia racconta la sua esperienza su Nero Napoletano:

prima di tutto c’è da dire che scrivere su Napoli è sempre molto difficile e Nero Napoletano non solo non è sfuggito a questa regola, ma ha accumulato altre complesse problematiche, sin dal concepimento. Il progetto era ambizioso, il tempo pochissimo, la coordinazione tra tutti quasi impossibile. Non eravamo certi se sarebbe stato realizzato un volume unico, o puntate differenti. Non eravamo certi sulle adesioni, non eravamo neppure riusciti a riunire in un unica stanza tutto il team narrativo. Sapevamo di certo che ci sarebbe stato un forte editing, necessario ad amalgamare tre gruppi di lavoro: i disegnatori tra di loro, gli sceneggiatori tra di loro e gli sceneggiatori con i disegnatori e questo potrebbe sembrare semplice ma è invece molto complesso perchè le battaglie si vincono prima di essere combattute. E il team narrativo aveva la respnsabilità di prevenire gli intoppi prima che avvenissero. Se fossimo andati al disegno con le idee poco chiare, se avessimo iniziato a sceneggiare senza un timing del soggetto veramente preciso, saremmo crollati. Non oso immagginare se avessimo addirittura dato spazio ai disegnatori, con una sceneggiatura “stile marvel” in cui si indicano solo per sommi capi avvenimenti da tavola a tavola: sarebbe stato un disastro.
Era indispensabile una grande professionalità con una sceneggiatura di acciaio che doveva essere densa: racchiudere molto senso in poco spazio e rendere facile il lavoro del disegnatore che no avrebbe avuto possibilità di verificare il lavoro precedente al suo perchè veniva realizzato nello stesso momento (tutti i disegnatori lavoravano in contemporanea). e ancora: storie aderenti alla trama, ma indipendenti da essa, con dignità propria ogni due tavole. Storie dure e nere, ma non troppo perché andavano su un quotidiano ed erano rivolte a “tutto il pubblico”. Potevamo mettere sesso? E parolacce? E dialetto? Personaggi ricorrenti o sempre di nuovi? avvenimenti storici veri, da citare, o tutto inventato? Era una vera sfida e quindi mi piaceva.
Ma andiamo ancora più a fondo, parlimo dell’idea, di come è nata, del perchè sono stati scelti questi temi. In fondo, sceneggiare è facile se l’idea tiene. La sceneggiatura è un impegno tecnico e il team narrattivo era compostio da tutti professionisti. Quello che è difficile è però interpretare il soggetto e ancor prima crearlo o ricrearlo: dare la propria linea, mantenere il proprio stile, le proprie indelebili e riconoscibili sfumature. Volare alto. Parliamo quindi di questo: bisognava non essere ripetitivi, essere originali, mantenere tratti caratterizzanti riconoscibili, riproducibili, ma al tempo stesso distanziarsi dal “post gomorra”. Ci si confrontava con un immaginifico variegato che si infiltra in ogni categoria della narrazzione e dell’audiovisivo. Teatro, cinema, romanzi, fumetti, folclore popolare, analisi sociologica, giornalismo, c’è di tutto su napol e tutto mischiato. E allora cosa fare, come fare? Come spesso accade un idea ha bisogno di tempo per maturare e così si susseguivano lunghissime chiacchierate tra me e Sergio, su ogni cosa, anche la più insignificante. Dare spazio a un personaggio, inserire un evento. Discutevamo della trama, ma ancora più profondamente dei nuclei narrativi, della serialità, della narrazione per immagini. E grazie al maestro Brancato il successo è avvenuto mediante l’aderenza ad alcune semplici regole della narrazione: semplici quando efficaci e definitive. Dei dogmi. Sergiò è fermamente convinto che quando il mito è presente in una narrazione, l’idea non può fallire e questa sua convinzione ci ha fatto vincere. Ma non solo. Il secondo dogma dice di toccare i grandi temi: l’amore, la morte, la famiglia, ecc. e anche questo è stato fatto ed è stata la carta vincente. E quindi Nero Napoletano nasceva come la trasposizione di Medea e le singole storie diventavano punti di vista sui grandi temi: semplicemente geniale. ma quale è stato il mio ruolo maggiore? Cosa hanno le mie sceneggiature di diverso? Su quali parti della narrazione ho interagito, quali idee ho condizionato? Ebbene io ho fatto quello che so fare meglio: essere la voce dell’invisibile. Il cantore dei perdenti. La puttana che ama il commissario, il demente che vive con i cani, la cartomante bambina, che muore nel silenzio di una profezia. Io sono la voce di quelli che non vedi e nella Napoli Nera sono tanti.
E tutti miei.

Salvatore Luca D’Ascia, napoletano, ha trent’anni. Laureato in medicina e chirurgia, poi specializzato in cardiologia, si occupa tra Napoli, Milano e New York di nuove teconologie applicate allo studio del cuore. Si è formato in scrittura creativa, sceneggiatura, fumetto e giornalismo dal 1990 a oggi e ha esordito con Il libro di Nessuno (Croce Editore), poi ha partecipato all’antologia Partenope Pandemonium (Larcher Editore) e alla raccolta Questi fantasmi (Boopen Led Edizioni). Entrambe le antologie sono in ristampa presso altro editore e di Questi fantasmi è stata realizzata una versione a fumetti e un adattamento teatrale.

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Intervista a Luigi Siniscalchi

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Luigi SiniscalchiLuigi Siniscalchi nasce a Salerno il 24 gennaio del 1971. Conseguito il diploma al Liceo Artistico della città natale, esegue storie erotiche per la EPP e inchiostra alcune tavole dei Masters Of The Universe . Nel 1989 collabora a Splatter e Mostri, le due testate horror della Acme. Nel 1992 pubblica una storia su Comic Art (Finnegan) e disegna alcune storie su testi di Peppe De Nardo per l’lntrepido. Debutta alla Sergio Bonelli Editore appena ventenne con un episodio di Dylan Dog: “I killers venuti dal buio”, pubblicato nel marzo del 1993. Fa parte dello staff dei disegnatori di Martin Mystère e Zona X. Suoi i disegni della storia Il ritorno dei Titani, che appare sull’Almanacco del Mistero 1994. Successivamente illustra episodi di Nick Raider, Julia, Demian e Magico Vento. Nel 2007 Edizioni Arcadia pubblica 4 volti della paura, una raccolta di storie inedite disegnate tra l’ 88 e il 2003 su testi di Pennacchioli e Teodorani. Attualmente lavora per la neonata miniserie Cassidy, scritta da Pasquale Ruju.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Lo ammetto, quando Mario mi chiamò al telefono, per propormi il progetto di NN, ero un pò scettico (lo stesso Mario te lo può confermare); poi leggendo il soggetto di Sergio e le due tavole di sceneggiatura scritte egregiamente da Michele Assante Del Leccese, mi sono subito convinto. L’ idea di fare un lavoro con colleghi, di cui nutro una profonda stima ( Boraley, Bigliardo, Pugliese, Brindisi, De Angelis…) hanno contribuito sicuramente ad entusiasmarmi e a parteciparvi.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Da addetto ai lavori ed appassionato di fumetti, credo che queste iniziative siano sempre importanti e utili, per cui  non posso che esserne contento.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

In questo momento sto lavorando alla nuova mini serie della Casa Editrice Bonelli Cassidy, scritta da Pasquale Ruju, con cui ho già lavorato in passato su Demian. La storia di Cassidy si svolge negli anni ’70 e il protagonista è un rapinatore che, seguendo un suo personale codice d’onore, ci accompagnerà per 18 numeri. Non mancano i colpi di scena e, ovviamente, l’azione; due componenti fondamentali per il genere.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
Lo ammetto, quando Mario mi chiamò al telefono, per propormi il progetto di NN, ero un pò scettico( lo stesso Mario te lo può confermare); poi  leggendo il soggetto di Sergio e le due tavole di sceneggiatura scritte egregiamente da Michele Assante Del Leccese, mi sono subito convinto.
L’ idea di fare un lavoro con colleghi, di cui nutro una profonda stima ( Boraley, Bigliardo, Pugliese, Brindisi, De Angelis…) hanno contribuito sicuramente ad entusiasmarmi e a parteciparvi.
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Intervista a Sergio Brancato

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Sergio Brancato nasce a Napoli nel 1960 e insegna Sociologia della Comunicazione e Sociologia della Multimedialità Audiovisiva presso l’Università di Salerno, e Sociologia dell’Industria Culturale e Elementi di Sceneggiatura presso l’Università di Napoli “Federico II”. Da oltre vent’anni si occupa di media, società e cultura di massa come critico e giornalista. Ha collaborato con editori specializzati nel campo del fumetto come Rizzoli-Milano Libri, Magic Press e Comma 22 (per quest’ultima dirige la Collana Micheluzzi). In radio e in televisione è stato speaker, regista e autore di programmi, nonché consulente scientifico e autore di ricerche sulle nuove tecnologie della comunicazione e sulle forme della serialità sia per Rai che per Mediaset. Sceneggiatore professionista sia per la televisione (oltre 100 episodi di soap opera come Un posto al sole e Vivere) che per il fumetto, ha pubblicato Fumetti. Guida ai comics nel sistema dei media (Datanews, Roma 1994-2000); Sociologie dell’immaginario. Forme del fantastico e industria culturale (Carocci, Roma 2000); Introduzione alla Sociologia del cinema (Sossella, Roma 2001); La città delle luci. Itinerari per una storia sociale del cinema (Carocci, Roma 2003), Senza fine. Immaginario e scrittura della fiction seriale in Italia (Liguori, Napoli 2007). Del 2005 è la raccolta di racconti Città del sole e della luna (Tilapia, Napoli). Nel 2008 ha curato la raccolta di saggi Il secolo del fumetto. Lo spettacolo a strisce nella società italiana 1908-2008 (Tunuè, Latina).

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

In maniera faticosa ma anche molto gratificante. Faticosa perché il lavoro di elaborazione del testo – della sua architettura narrativa, tutt’altro che semplice – mi è costato tempo ed energia. Poi c’è stato il lavoro di coordinamento della sceneggiatura, in cui è stato fondamentale il contributo non solo tecnico ma compiutamente creativo dei miei amici sceneggiatori. Tutti molto bravi, anche se mi permetto una menzione speciale per Salvatore D’Ascia, che è stato il primo a mettersi in moto e ha dato una spinta decisiva al processo di scrittura di NN. Abbiamo poi abbiamo dovuto fare un grosso lavoro di editing, e qui sono stati fondamentali i ragazzi del Corso di Sceneggiatura della Scuola di Comix: Anna Nunziata, Fulvio Borrelli, Tommaso Vitiello e Francesco Schiavone – con grande impegno e intelligenza “fumettistica” hanno corretto criticamente e compattato il prodotto finale, rendendolo coerente. Infine, il grande lavoro di Mario Punzo nel tenere insieme tutto: Mario mi ha chiamato un’infinità di volte al telefono per verificare e risolvere i problemi della realizzazione di NN. Per alcuni mesi, questo è stato un enorme impegno sul piano professionale. Ma poi, vedendo il volume finito tra le mani dei lettori, tutta la fatica è stata dimenticata ed è rimasta la soddisfazione di aver realizzato qualcosa in cui all’inizio quasi nessuno credeva.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Un’anomalia intelligente, ma inevitabilmente un unicum. Non credo che NN sia replicabile: è un evento innovativo, che dimostra la vitalità del fumetto qui da noi, la grande qualità espressiva dei suoi narratori e la tensione verso la ricerca di forme nuove della comunicazione grafica. Ma è destinato a restare un episodio, una sorta di manifesto programmatico di quello che i comic-makers napoletani, salernitani ecc. sono capaci di fare quando si dà loro la possibilità di lavorare, di mostrare il loro valore.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Sai, per me il fumetto è una vecchia passione che ho integrato nel mio lavoro di studioso dei processi culturali. Fare ricerca è una cosa che impegna totalmente, quindi devo ritagliare lo spazio per il fare comics dal mio pochissimo tempo libero. Certo, ho l’alibi che anche realizzare fumetti può essere considerato parte del lavoro di ricerca sulla comunicazione! Ma in verità non ho programmi immediati dopo NN. Magari mi piacerebbe vedere realizzata la sceneggiatura del graphic novel che scrissi per Attilio Micheluzzi oltre vent’anni fa, ma solo da un grande disegnatore come – che so? – Ivo Milazzo. Oppure da uno degli eccezionali narratori visivi che hanno lavorato a NN. E poi ho un’idea molto affascinante che sto sviluppando con i ragazzi del corso di sceneggiatura, una serie di graphic novel che reinterpretano l’immaginario del vampiro. Se qualche editore fosse interessato…

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista ad Arturo Picca

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Arturo Picca

Arturo Picca è nato e cresciuto a Napoli e ha vissuto due anni a Milano per poi spostarsi dal 2004 tra le colline friulane. Ha cominciato a disegnare da bambino e dal 1984 ha iniziato a fare l’illustratore freelance. Da allora collabora con varie case editrici (Mondadori, Longanesi, Fabbri…) realizzando illustrazioni per libri e riviste. Dal 1990 riveste il ruolo di visualizer per alcune agenzie di pubblicità italiane.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Sono stato chiamato dal mio amico Mario Punzo e mi ha detto di questa cosa. Sono stato molto contento, direi onorato, visto che mi sembrava uno dei rarissimi casi in cui un disegnatore può fare qualcosa per migliorare la sociatà. Così molto rapidamente ho realizzato la copertina immaginando la camorra come una pianta infestante e mortale. purtroppo ho imparato che è molto difficile liberarsi dalle piante infestanti ed è inutile usare la forza, solo l’intervento di tutti può togliere spazio alle erbacce occupando questo spazio con azioni corrette anche se talvolta apparentemente svantaggiose.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Nero napoletano poteva essere un momento che dimostrasse che il fumetto non è solo intrattenimento ma anche uno strumento sociale con utilizzo delle sue enormi potenzialità (quasi del tutto inutilizzate oggi). La scelta dell’ideatore è andata in un’altra direzione, cioè ha voluto utilizzare il linguaggio “popolare”. Pur comprendendo le sue motivazioni il tema risulta indebolito, come se raccontasse una storia di Dylan Dog e questo mi ha fatto decidere di non realizzare le due pagine interne.
Da napoletano “emigrato” non per lavoro ma perchè, dal mio punto di vista, questa città toglie alla persona quel minimo di dignità, questo tema mi sta molto a cuore e lo avrei affrontato in modo diverso. Appunto nel modo in cui ho affrontato la copertina, realizzata prima di sapere che la storia sarebbe stata puramente narrativa.
Infatti è assolutamente stonata con il resto e forse io stesso come art director non la avrei accettata.
Per rispondere specificamente alla domanda direi che nell’attuale panorama del fumetto è un prodotto in linea con la produzione maggioritaria (e questo in fondo non è un complimento).

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Dopo Neronapoletano non mi aspetta niente in quanto il fumetto o ti offre prodotti come Bonelli, che non ho mai amato in quanto lo considero di “antiquariato”, o produzioni gratis, e in quel caso non è che non si accettano per venalità, ma perchè da quello si capisce la irrilevanza del lavoro.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon

Questo sono io.
Sono nato e cresciuto nella bella e sfortunata Napoli ed ho vissuto due anni a Milano.
Dal 2004 vivo tra le belle colline del Friuli, con moglie e due bimbi piccoli e deliziosi.
Ottimo autodidatta e pessimo studente, mi ritrovo una laurea che non c’entra niente con quello che faccio.
Mi piace avere molto spazio e poca folla.
Frase preferita: “La somma è sempre uguale a zero”

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Intervista a Claudio Falco

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Claudio Falco, nasce a Napoli nel 1958, di professione medico, ematologo. In passato ha collaborato alla rivista Flex e ad altre pubblicazioni della Tornado Press. Per Sergio Bonelli Editore sceneggia Dampyr, di cui ha scritto fino ad ora cinque episodi (il sesto e il settimo sono in cantiere).

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

È stata molto positiva. Prima di tutto per il piacere di condividere con tanti amici (vecchi, nuovi e nuovissimi) l’idea un po’ folle di un albo a cento e passa mani. E poi per l’opportunità di vedere come le mie sceneggiature venivano “lette” da disegnatori con sensibilità ed esperienze professionali molto diverse tra loro.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Ci voleva! Al di là del valore dell’albo (che ovviamente non spetta a me giudicare), credo che sia un bellissimo “biglietto da visita” per i tanti (e francamente non immaginavo quanti!) che in Campania operano nel fumetto a livello professionale.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

A giugno esce il primo episodio di una storia doppia di Dampyr e aspetto con ansia il giudizio dei competentissimi (ed esigentissimi) lettori della serie. Al momento Dampyr assorbe tutto il tempo che posso dedicare alla scrittura. E per il futuro vedremo… Speriamo che possa nascere qualcosa anche da Nero Napoletano. Hai visto mai?

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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Intervista a Marcello De Martino

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Marcello De Martino, Napoli classe 1976, inizia l’attività professionale a Napoli collaborando con case editrici come Loffredo editore, Ferraro editore ed Edizioni d’if e agenzie di pubblicità come Arkè, Totime ed altri. Dal 2004 iniziano le collaborazioni con il modo del fumetto: per lo studio Red Whale di Roma realizza 6 albi a fumetti della serie Monster Allergy edita da The Walt Disney Company Italia S.p.A. / Buena Vista. Sempre per Red Whale disegna 3 albi della serie Lys edita da Tridimensional / Rainbow. Realizza la cover e la bibbia dei personaggi per 2 volumi di Geronimo Stilton, per la serie I Grandi Classici edita da Edizioni Piemme S.p.A. Collabora con Tunuè-Editori dell’immaginario per i primi 2 numeri della rivista Mono, disegnando 2 tavole. Per GG Studio di Napoli disegna 2 albi della serie High School Musical edita da The Walt Disney Company Italia S.p.A. Attualmente collabora con Planeta / de Agostini.

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

Ho partecipato con piacere a questa iniziativa di Mario, meritevole di attenzione perchè capace di raggruppare quasi tutti i fumettisti del panorama napoletano. la mia collaborazione, quasi risicata per motivi lavorativi, si è diretta su un’illustrazione di un personaggio.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Come detto già prima, credo sia stata un’ottima idea quella di unire, sotto un unico tema, disegnatori napoletani di esperienze, generazioni e stili diversi. mi auguro che esperienze del genere possano essere ripetute anche in altre formule.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Sto lavorando ad una storia d’avventura, scritta da Giovanni Di Gregorio, per la Planeta.

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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NERO NAPOLETANO per il COMICS DAY!

NERO NAPOLETANO per il COMICS DAY!

Giornata speciale di chiusura della mostra al museo di Villa Pignatelli con tutti gli autori coinvolti nel progetto con visita guidata annessa.

Finissage di Nero Napoletano, il romanzo collettivo della scuola campana del fumetto, a cura di Sergio Brancato e della Scuola italiana di Comix, edito dal Corriere del Mezzogiorno (in edicola fino al 24 maggio, a 6:80 più l’acquisto del giornale)

Chi porta il libro, sarà omaggiato con un disegno, il catalogo del COMICON e il poster ufficiale di Jim Lee!

Sabato 22 maggio dalle 10:00 alle 14:00

Napoli COMICON e Scuola Italiana di Comix (loghi)

Museo Diego Aragona Pignatelli Cortès

High Contrast e Nero Napoletano sono visibili a Villa Pignatelli visibili fino al 24 maggio, Far Breccia nel Nero all’Istituto Cervantes fino al 26 e Luce Nera – Andrea Bruno resta visibile fino al 5 giugno alla galleria HDE.

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Dal Corriere del Mezzogiorno: Nero Napoletano dalla china al web

I commenti dei blogger sulla graphic novel realizzata da 50 autori campani, in edicola col Corriere

NAPOLI – In meno di quindici giorni la raccolta di fumetti Nero Napoletano – in allegato al Corriere della Sera/Corriere del Mezzogiorno dal 30 aprile e fino al 24 maggio – ha raccolto proseliti non solo in edicola, ma anche sul web. Ecco alcuni dei blog che hanno prestato attenzione alla graphic novel noir realizzata da ben 50 autori campani.

Antonio Benforte, direttore del free press dedicato al tempo libero «Nano», nel suo blog Rapace ha scritto: «Un progetto molto bello e interessante. Un volume da sfogliare, leggere, metabolizzare. Per conoscere meglio il mondo del fumetto campano, ma anche la nostra città».

Quasi poetico il commento che Lemillebolleblu dedica a Nero Napoletano: «Di Napoli, si ritrovano i panni stesi, il sangue, le urla, la miseria, e la bellezza. Ci sono i personaggi ideal tipici: il commissario, il camorrista, la madre forte, il tossicodipendente. Quello che racconta più delle parole è il taglio su di un particolare del volto, un tratto marcato del disegno. E la città che non fa da sfondo ma anche da filtro e da cornice allo stesso tempo, di tutto questo».

Riscontro positivo anche da parte del portale Fumettiweb, che scrive: «La maggiorparte di questi giovani hanno ispirato le loro opere a un grande come Bonelli, che proprio a Napoli ha mosso i primi passi, anche se l’avvento sempre più presente nelle nostre vite di internet ha permesso anche influenze provenienti dall’estero».

Sul suo forum, il critico e autore Emiliano Longobardi non si fa prendere da facili entusiasmi commentando che: «Nonostante qualche alto e basso è stata una bella sorpresa, coinvolgente e con momenti ottimi».

Redazione online
12 maggio 2010© IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

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Il video della conferenza

Online il video registrato dallo staff Comic-Soon durante la conferenza tenutasi a Castel Sant’Elmo in occasione del Napoli Comicon.

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