Intervista a Sergio Brancato

GLI AUTORI DI NERONAPOLETANO

Sergio Brancato nasce a Napoli nel 1960 e insegna Sociologia della Comunicazione e Sociologia della Multimedialità Audiovisiva presso l’Università di Salerno, e Sociologia dell’Industria Culturale e Elementi di Sceneggiatura presso l’Università di Napoli “Federico II”. Da oltre vent’anni si occupa di media, società e cultura di massa come critico e giornalista. Ha collaborato con editori specializzati nel campo del fumetto come Rizzoli-Milano Libri, Magic Press e Comma 22 (per quest’ultima dirige la Collana Micheluzzi). In radio e in televisione è stato speaker, regista e autore di programmi, nonché consulente scientifico e autore di ricerche sulle nuove tecnologie della comunicazione e sulle forme della serialità sia per Rai che per Mediaset. Sceneggiatore professionista sia per la televisione (oltre 100 episodi di soap opera come Un posto al sole e Vivere) che per il fumetto, ha pubblicato Fumetti. Guida ai comics nel sistema dei media (Datanews, Roma 1994-2000); Sociologie dell’immaginario. Forme del fantastico e industria culturale (Carocci, Roma 2000); Introduzione alla Sociologia del cinema (Sossella, Roma 2001); La città delle luci. Itinerari per una storia sociale del cinema (Carocci, Roma 2003), Senza fine. Immaginario e scrittura della fiction seriale in Italia (Liguori, Napoli 2007). Del 2005 è la raccolta di racconti Città del sole e della luna (Tilapia, Napoli). Nel 2008 ha curato la raccolta di saggi Il secolo del fumetto. Lo spettacolo a strisce nella società italiana 1908-2008 (Tunuè, Latina).

CS – Raccontaci il tuo Neronapoletano… come hai vissuto quest’esperienza?

In maniera faticosa ma anche molto gratificante. Faticosa perché il lavoro di elaborazione del testo – della sua architettura narrativa, tutt’altro che semplice – mi è costato tempo ed energia. Poi c’è stato il lavoro di coordinamento della sceneggiatura, in cui è stato fondamentale il contributo non solo tecnico ma compiutamente creativo dei miei amici sceneggiatori. Tutti molto bravi, anche se mi permetto una menzione speciale per Salvatore D’Ascia, che è stato il primo a mettersi in moto e ha dato una spinta decisiva al processo di scrittura di NN. Abbiamo poi abbiamo dovuto fare un grosso lavoro di editing, e qui sono stati fondamentali i ragazzi del Corso di Sceneggiatura della Scuola di Comix: Anna Nunziata, Fulvio Borrelli, Tommaso Vitiello e Francesco Schiavone – con grande impegno e intelligenza “fumettistica” hanno corretto criticamente e compattato il prodotto finale, rendendolo coerente. Infine, il grande lavoro di Mario Punzo nel tenere insieme tutto: Mario mi ha chiamato un’infinità di volte al telefono per verificare e risolvere i problemi della realizzazione di NN. Per alcuni mesi, questo è stato un enorme impegno sul piano professionale. Ma poi, vedendo il volume finito tra le mani dei lettori, tutta la fatica è stata dimenticata ed è rimasta la soddisfazione di aver realizzato qualcosa in cui all’inizio quasi nessuno credeva.

CS – Come consideri, nell’attuale panorama del fumetto italiano, un’operazione come questa?

Un’anomalia intelligente, ma inevitabilmente un unicum. Non credo che NN sia replicabile: è un evento innovativo, che dimostra la vitalità del fumetto qui da noi, la grande qualità espressiva dei suoi narratori e la tensione verso la ricerca di forme nuove della comunicazione grafica. Ma è destinato a restare un episodio, una sorta di manifesto programmatico di quello che i comic-makers napoletani, salernitani ecc. sono capaci di fare quando si dà loro la possibilità di lavorare, di mostrare il loro valore.

CS – Dopo Neronapoletano, cosa ti aspetta? In quali progetti sei o sarai coinvolto?

Sai, per me il fumetto è una vecchia passione che ho integrato nel mio lavoro di studioso dei processi culturali. Fare ricerca è una cosa che impegna totalmente, quindi devo ritagliare lo spazio per il fare comics dal mio pochissimo tempo libero. Certo, ho l’alibi che anche realizzare fumetti può essere considerato parte del lavoro di ricerca sulla comunicazione! Ma in verità non ho programmi immediati dopo NN. Magari mi piacerebbe vedere realizzata la sceneggiatura del graphic novel che scrissi per Attilio Micheluzzi oltre vent’anni fa, ma solo da un grande disegnatore come – che so? – Ivo Milazzo. Oppure da uno degli eccezionali narratori visivi che hanno lavorato a NN. E poi ho un’idea molto affascinante che sto sviluppando con i ragazzi del corso di sceneggiatura, una serie di graphic novel che reinterpretano l’immaginario del vampiro. Se qualche editore fosse interessato…

Intervista a cura di Valentino Sergi per Neronapoletano/Comic-Soon
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